Don Vittorio Ferrero iniziò il suo ministero sacerdotale in parrocchia nell’agosto del 1935. Era povero di mezzi materiali, ma ricco di una grandissima fede nella Divina Provvidenza e un’immensa fiducia in Maria Santissima, alla quale affidò tutto il suo lavoro pastorale. Sorridente e gioviale, divenne in breve tempo la figura più popolare del quartiere. La gente sperimentava le sue doti umane, riconosceva in lui il volto di Dio e quasi toccava la sua incrollabile fede. A lui, sempre disponibile, si ricorreva per qualsiasi motivo: nella gioia e nel dolore era per tutti il punto di riferimento. Grazie alla sua personalità, alla parrocchia fu sempre riconosciuta una grande vitalità nell'ambito pastorale, catechistico e liturgico.

Tra le attività più fiorenti ricordiamo l’oratorio, una seconda casa per i giovani del quartiere, infatti, nel 1938 era frequentato da circa 500 giovani. L’oratorio maschile fu affidato al vice curato, mentre quello femminile a partire dal 1939, ad un gruppo di quattro suore che da quell'anno prestarono il loro prezioso contributo in molte altre attività parrocchiali: la scuola di cucito, la scuola materna e la distribuzione dei pasti caldi alle persone anziane e sole.

Durante gli anni '50, nell'epoca della ricostruzione e in una società permeata da passioni politiche, don Ferrero, fedele amante della libertà e della democrazia, fu sempre sensibile a tutte le problematiche e a tutte le difficoltà dell'uomo. Pertanto si impegnò ad agire concretamente in tal senso. Nel 1950, infatti, istituì il Comitato Opere Sociali, gestito da laici particolarmente sensibili a questi temi, che si preoccupò di fornire delle strutture ancora assenti sul territorio. Nacque inoltre il “Circolo Zonale G. Fanin” che offriva assistenza sanitaria a chi ne era sprovvisto, oltre a corsi formativi e di lingue.

Le funzioni religiose erano sempre ricche e curate e don Ferrero, attentissimo ai segni dei tempi, prese alcuni provvedimenti di straordinaria lungimiranza che furono motivo di rinnovamento per tutta la comunità:

  • I consigli parrocchiali, benché ancora non fossero stati previsti;
  • La collaborazione dei laici;
  • L'introduzione di alcuni sacerdoti preparati provenienti da Roma, a seguito della riforma liturgica.

 

Una perla del suo ministero fu l’assistenza spirituale ai malati, che visitava regolarmente. Egli esercitò questo compito di carità  per tutta la vita e fu da esempio per i suoi vice curati. Il campeggio di Savoulx fu un’altra sua magnifica realizzazione: dopo le prime esperienze di soggiorno estivo nelle estati del '46 e del '47, nel 1949 indirizzò il suo progetto sulle casermette abbandonate della Val di Susa. La struttura era in stato di completo abbandono e fu resa abitabile grazie ai doni dei parrocchiani e grazie al lavoro dei volontari. Prezioso fu il contributo delle suore, che accudivano i bambini proprio come avrebbe fatto per ognuno la loro madre.Questo campeggio, voluto da don Ferrero per dare la possibilità ai giovani di trascorrere qualche giorno di vacanza, divenne in seguito anche un mezzo per rinsaldare i legami di amicizia per tutta la comunità.

All’età di 75 anni, nel 1979, dopo 45 anni di servizio alla comunità, don Vittorio Ferrero terminò il suo mandato, lasciò la parrocchia e andò come cappellano a Moncalieri, presso le suore Gaetanine. Si trasferì poi definitivamente, per motivi di salute, presso la casa del clero a Pancalieri. I due successori sono stati don Giovanni Griva, dal 1979 al 1986 e don Sergio Bosco dal 1986 al 2013.

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