foto Giovani up 12

 

Qualche anno fa a Torino è nato l’“UP12 giovani”, un ambizioso progetto che comprende cinque parrocchie torinesi, appartenenti all’unità pastorale 12: Santo Volto, S. G. B. Cottolengo, Sant’Antonio, San Paolo e le Stimmate.

Manuela Ratti, una rappresentante dell’UP 12, ci ha presi per mano e ci ha accompagnati alla scoperta di questa realtà. Ci ha raccontato che «è come un oratorio gigantesco in cui poter camminare insieme, superando i cancelli delle nostre chiese per mostrare ai giovani la grandezza, la bellezza e la ricchezza della comunità cristiana che supera il perimetro del nostro oratorio e del nostro quartiere» e ci ha spiegato meglio come siano organizzati.

«Il nostro gruppo, formato dai rispettivi rappresentanti, si riunisce periodicamente per sostenere gli oratori, gli animatori, gli educatori del nostro territorio, auspicando una collaborazione con tutti i gruppi parrocchiali che vi operano. Ci incontriamo una o due volte al mese, ma ci teniamo sempre in contatto settimanalmente o, più spesso, giornalmente grazie a Whatsapp. Il nostro referente è don Manogar Raj della parrocchia Cottolengo, subentrato a don Massimo Zanatta che ha contribuito in modo decisivo alla nascita di questo progetto».

Ma facciamo un passo indietro…

Up 12 nasce il 12 maggio 2013 quando, su invito di don Luca Ramello, Direttore dell’Ufficio della Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Torino, diversi oratori si sono incontrati per una giornata di formazione, condivisione, preghiera e sano divertimento. Don Beppe De Stefano, allora viceparroco del Cottolengo, ha sostenuto con grande fervore l’iniziativa e ha consegnato a tutti i partecipanti una spilla come ricordo di quella giornata, che è diventata il simbolo di questo viaggio. Grazie alle sollecitazioni del vescovo Monsignor Cesare Nosiglia, di Don Luca Ramello e di don Massimo Zanatta il progetto ha preso forma nel 2016.

«Fin dal primo momento», ha raccontato Manuela, «si è instaurato tra i rappresentanti un clima di positiva collaborazione e di reciproco sostegno. Il gruppo, si è sempre contraddistinto per la vivace intraprendenza e il desiderio di mettersi in gioco e l’uscita/l’entrata di nuovi referenti o l’avvicendamento di nuovi parroci non hanno mai affievolito gli intenti della commissione né tantomeno hanno inficiato il lavoro del team. Infatti la commissione giovani è occasione di incontro, di scambio, di condivisione e di supporto fra i cinque oratori», ha raccontato Manuela. Spesso gli oratori sono accomunati dagli stessi problemi ed esigenze educative e pastorali simili da gestire. Per affrontare tutto ciò modo costruttivo ed efficiente il confronto diventa essenziale, «soprattutto in un contesto globale in cui si parla molto DI giovani, ma si parla poco CON i giovani».

foto 1 up 12

Perché UP12?

Il nome stesso è un omaggio all’Unità Pastorale 12:

«sembrava doveroso creare un team che rappresentasse la componente di pastorale giovanile. Siamo comunque orgogliosi di sapere che risulta essere una delle poche commissioni a livello pastorale a collaborare con tanta assiduità e a realizzare incontri comunitari condivisi».

La mission del gruppo non si può certo definire facile. Camminare insieme, oggi, è complesso; soprattutto in una società che tende sempre di più all’individualismo. Ma i ragazzi non demordono e continuano a guardare alla collettività, proponendo incontri di formazione, attività di riflessione, momenti di preghiera e feste comunitarie da costruire, organizzare, vivere e condividere insieme. «Fede, apertura, incontro, dialogo, conoscenza, scambio, condivisione sono le nostre parole chiave», ha spiegato Manuela a nome del gruppo, «vogliamo trasmettere la bellezza e la ricchezza della vita cristiana e della vita dei giovani cristiani, che possono essere fautori di cambiamento nel mondo, oltre le quattro mura della chiesa di quartiere, grazie all’incontro con l’altro».

Tra un corso di formazione e l’altro, obiettivo dopo obiettivo, Giovani Up 12 è cresciuto, poi, lo scorso marzo è arrivato lo stop a causa del Covid-19. Ma, si sa, da una crisi può nascere un’opportunità e così è stato.

Ecco che cosa ci ha raccontato Manuela…

Come avete affrontato il periodo della quarantena?

«Ha portato cambiamenti anche positivi e ci ha spinto ad una rapida riconversione delle nostre modalità di comunicazione. Infatti le nostre riunioni ora si svolgono con Google Meet e abbiamo aperto le pagine Instagram e Facebook. Con questi mezzi sono state avviate diverse iniziative come ad esempio il Logo Contest, in cui i ragazzi hanno mostrato le loro abilità artistiche creando ben quaranta loghi per la nostra pagina oppure la settimana delle challenge su Instagram o ancora l’attività #distantimauniti che chiedeva ai gruppi giovanili delle parrocchie di “raccontarsi” in quei giorni di lockdown».

Come vi state organizzando per questa fase di ripartenza?

«Il lavoro del team, seppur tra molte incertezze, non si ferma e stiamo portando avanti degli incontri di formazione dal titolo “Verso l’alto” dedicati al Beato Piergiorgio Frassati su piattaforma Google Meet. Per tenere in contatto “a distanza” i nostri giovani proponiamo loro delle attività e dei giochi legati ai momenti di formazione. Anche se l’organizzazione di un incontro a distanza è di più complessa gestione, ci è sembrato fondamentale offrire comunque uno spazio di incontro per i giovani dell’UP12».

Quali sono i progetti per l’immediato futuro? E per quello un po’ meno immediato, andando un po’ in là con la mente e con la fantasia?

«Abbiamo in cantiere molte idee da perfezionare e ampliare. Molto dipenderà dalla situazione globale; purtroppo la pandemia ha già stravolto gli eventi e le attività che erano stati previsti. In ogni caso siamo e restiamo fiduciosi».

In attesa di scoprire che cosa avranno in mente, potete seguirli su Facebook e Instagram (si chiamano giovaniup12to) e contattarli all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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